Le imprese felliniane di Paolo

aprile 18, 2007

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Paolo è stato l’artefice della svolta di Federico Fellini come regista di spot pubblicitari. Si deve infatti al nostro Paolo l’impresa di convincere il Grande Maestro del cinema italiano a mettersi in gioco anche come regista di pubblicità, quando Pellegrino Capaldo creò la prima grande fusione bancaria ed aveva bisogno di lanciare il nuovo marchio con una poderosa campagnia pubblicitaria.

In realtà Fellini voleva lavorare anche per la pubblicità, ma voleva farlo per una grande istituzione per cui Paolo dovette impegnarsi a fondo per convincerlo.  Dopo questo grande e famoso spot “istituzionale ” di Fellini (con Paolo Villaggio ed Anna Falchi) la Banca affidò a Paolo la realizzazione di qualcosa di più commerciale e lì arrivo il successo degli spot con i calciatori (Totti, Batistuta, Mancini e Marcheggiani) nonchè quello con la Cucinotta e con Eddie Irvine, il pilota ferrarista giovane e simpatico. E fu coniato il termine “Snafuz” per questa campagna che fece il giro del mondo per la sua originalità.  

E’ da qui che è nata la nostra amicizia.

Ciao Paolo!

Eraldo


Lettera di Paolo ad Annette

marzo 13, 2007

Cara Annette, Angelo mi ha invitato a scrivere sul blog di Paolo ma io non me la sento; non riesco a mettere in pubblico i miei sentimenti; mi vergogno un po’.

Voglio, invece, scriverti queste poche righe, perché voglio metterti a parte dei sentimenti che, in questi giorni, si stanno facendo strada in me.

 

Gratitudine. Dopo lo shock improvviso, lo sgomento e il dolore per l’assurdità della morte di Paolo , la gratitudine è il sentimento che sta affiorando in me.

 

Gratitudine nei confronti dei meravigliosi collaboratori di Paolo, della Saatchi, perché, come ho già detto ad Angelino, hanno dimostrato a tutti, con il loro impegno nel cantare Summertime, con tutti gli interventi che hanno saputo fare al termine della cerimonia, che è possibile essere ottimi professionisti, senza spersonalizzarsi, senza, necessariamente, dover lasciare l’anima, quasi fosse il cappotto, sull’attaccapanni in ingresso, come lo spietato mondo in cui vivono vorrebbe.

 

Gratitudine per Giancarlo perché l‘evidente enorme sforzo che ha fatto per salutare Paolo in pubblico, è una testimonianza di amore così forte che la custodirò per sempre dentro di me.

 

Gratitudine per le tantissime persone che sono venute al funerale semplicemente per esserci, dando, nel contempo a te, ad Andrea, Lorenzo e Francesca, a Giancarlo, ad Anna Maria e a noi tutti, una stupefacente testimonianza di quanto affetto, Paolo, avesse saputo suscitare intorno a se;

certamente i tuoi figli ricaveranno, dalla memoria di quella celebrazione, la consapevolezza di aver avuto un padre straordinario e, questo, darà loro una gran forza, per tutta la loro vita.

 

Gratitudine per una ragazza sconosciuta, Barbara non so cosa, di Milano, con la quale, dopo la cerimonia funebre, per una strana circostanza ho condiviso un taxi e che ha mostrato un grande affetto nei vostri confronti.

Ero andato, con Luca, a prendere un taxi a Piazza Belli, per tornare a casa; pioveva, c’era una lunga fila d’attesa e, poiché i taxi arrivavano col contagocce, ho proposto a questa persona, che era davanti a me, di prenderne uno insieme visto che andavamo in due posti vicinissimo (potenza dei cellulari! Non riesci mai a farti gli affari tuoi, quando sei in pubblico, chi ti sta intorno ascolta anche se non vuole e, così, ho saputo dove doveva andare). Mentre eravamo sul taxi (galeotta un’altra telefonata), scopro che era anche lei al funerale e, quindi, si mette a raccontarmi, con infinita dolcezza, quanto Paolo avesse fatto “da padre” per lei.

Non so chi fosse, ma è stata una ulteriore dimostrazione di quanto Paolo avesse saputo dare e raccogliere affetto intorno a se: grazie … Barbara non so cosa.

 

Gratitudine per Anna Maria che, per l’imperscrutabilità della sorte, ho incontrato per la prima volta solo qualche settima fa a casa tua, mentre tu eri a un matrimonio in Inghilterra;

ora, raccogliendo, da Paolo, il testimone dell’unico legame che ho con la famiglia di mio padre, lei mi chiama spesso e, recependo un mio grande desiderio, si sta impegnando per farmi conoscere altri parenti di Napoli che non ho mai visto.

 

Gratitudine per te, Annette cara, per la tua forza. Ti ricordi il giorno prima? Mi avevi detto testuale “ come farò, ora; lui era la mia forza …” e io ti risposi che, sicuramente, avresti trovato dentro di te forze di cui nemmanco avresti sospettata l’esistenza: così è stato.

 

Ti voglio rivelare, a questo proposito (ho la presunzione di credere che tu non lo sapessi), cosa mi ha detto Paolo, qualche settimana fa su di te.

Era un giorno in cui tu eri uscita, lasciando il telefono cellulare a casa. Paolo, lì per lì, sembrò contrariarsi ma poi, sorprendentemente, confessò: ”in realtà, io sono preciso e, a me, non capita di dimenticarmi il telefono, ma,è anche vero che, senza di lei, non ce l’avrei mai potuta fare, nella vita”!

 

Gratitudine, infine, per Paolo. Prima gli ero grato per il grande affetto che ha sempre mostrato per la nostra famiglia (aveva una straordinaria ammirazione per mio padre, il quale, a sua volta, aveva un grandissimo affetto per il suo, di padre) ora gli sono ancora più grato perché la scoperta di che grande uomo fosse, mi ha reso ancora più orgoglioso di essere suo cugino.

 

Ciao Annette cara, a presto; sappi che ho dato ad Angelo una foto di Paolo insieme a Teresa sperando che, con i potenti mezzi della Saatchi riesca a renderla meno sfocata; è stata scattata, non so da chi, il 29 settembre del 2001 a casa mia, quando abitavo a via Gavinana. Appena sarà pronta, te la farà avere e l’ho anche autorizzato a pubblicarla sul blog.

 

Appena, poi,
la RAI ci darà la cassetta di Uno Mattina del 21 gennaio te la porto.

 

Paolo Savarese


Ciao Paolo!

febbraio 21, 2007

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From James Crossley

febbraio 21, 2007

Paolo was special. I’ve known him since the 70’s and had been in contact with him over the last year and in January he was bemoaning the fact that he had no turkey at Christmas but was looking forward to some lamb at Easter! I would like to share a memory with you. I was in Athens at a hotel recommended by Takis and he also recommended the hotel to Paolo who was on holiday in Greece, but Paolo did not know about me. At the time (1982) Yaser Arafat was staying at the hotel for one of those middle east peace conferences and security was everywhere. I came into the main lobby and saw Paolo checking in – he saw me and threw the book back at the clerk and shouted “You allow someone like that to stay in your hotel!! Get my bags I am leaving!! This is disgraceful!!”. You can imagine what effect this had on security… The clerk was dumbfounded, the guards had there guns in their hands and I continued to walk towards Paolo. Finally he threw his arms around me and kissed me and the clerk realised that it was a joke… The security was less convinced and I had to whisper into Paolo’s ear to shut up or we would both be shot! This was the only time I had ever known Paolo to be quiet. We had a great few days together, but all the drinks went on my bill and the final invoice was 3 feet long… Saatchi apparently were not happy with my expense claim! Paolo, you will always be here so long as people have memories of you. With love, Jim Crossley.


Messa per Paolo

febbraio 19, 2007

Carissimi,

Giovedì 22, alle ore 17.30, è stata organizzata una messa per Paolo nella chiesa di Santa Maria del Popolo, sulla destra dell’arco che porta a Piazzale Flaminio.

Siete naturalmente invitati a partecipare, e anche a dare la notizia a chi pensate possa far piacere.

Grazie.


Paolo e Teresa

febbraio 13, 2007

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In S&S Dicembre 1985

febbraio 12, 2007

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Da Tiziana Alvino

febbraio 7, 2007

Di ricordi bellissimi, di momenti indimenticabili, di litigate incredibili, di risate e “sfottò” ne ho tantissimi in questi lunghi anni in agenzia vissuti fianco a fianco con Paolo.

 

Non riesco ancora ad avere il distacco giusto per poter affrontare il momento di una dedica o di un pensiero personale. Vorrei solo condividere con voi questa e-mail che mi è stata inviata da una stageur, Maria Pia Scancarello, che ha vissuto per soli  tre mesi in agenzia e che pur non conoscendo bene Paolo  e avendolo visto pochissimo, con la sua sensibilità è riuscita a cogliere perfettamente cosa era, e rimane per sempre Paolo per tutti noi.  

Grazie Maria Pia.

 “Ho appreso con grande tristezza la notizia della scomparsa di Paolo….tu sei stata la prima persona a cui ho pensato e a seguire tutta la saatchi, che è stata un pò la mia casa per 3 mesi.

Lo sai, io Paolo purtroppo non ho avuto la fortuna di conoscerlo bene personalmente però una cosa che mi ha sempre colpito è stato il modo in cui tutti voi avete sempre parlato di lui…Alla fine sentivo di conoscerlo anche io!

Ho sempre pensato che la grandezza di un uomo d’affari stia nel realizzare un progetto, un sogno, facendolo diventare anche il progetto e il sogno delle persone che lo aiutano a realizzarlo…e Paolo c’è proprio riuscito! La saatchi non è solo una grande agenzia ma è anche e soprattutto una famiglia, un gruppo di persone affiatate, il luogo idelae dove ognuno vorrebbe lavorare…e non per questioni legate ai guadagni….Dai vostri racconti ho sempre percepito che Paolo per voi è sempre stato molto più che un capo, un amico quasi un padre…Voi mi avete insegnato, forse inconsapevolmente, ad avere tanta stima di lui e un grande, grandissimo rispetto…

Di Paolo Ettore mi porterò dietro il ricordo dei vostri racconti, della gioia nei vostri volti quelle giornate in cui veniva in agenzia, dell’impegno e l’entusiasmo che mettevate nel preparare quella canzone per la festa di Natale, dei suoi occhi pieni di gioia e commozione dopo la vostra esibizione al castello della crescenza…Lui adesso non c’è più ma quello che vi ha trasmesso continuerà a vivere con voi…e questa è una cosa straordinaria…Paolo sarà fiero di aver lasciato così tanto di se…

So che in questi casi, quando viene a mancare qualcuno, non ci sono parole o gesti che possano servire a lenire il dolore di un distacco però, sentivo il bisogno di dirti queste cose, di starti vicina in qualche modo, di partecipare con voi al dolore per il distacco da un grande uomo che, attraverso la sua famiglia saatchi, ho imparato a stimare….

Avrei tanto voluto essere li con voi per dare a Paolo l’ultimo saluto…Purtroppo non sarà possibile ma voglio mandare un grosso abbraccio a te e a tutti i ragazzi dell’agenzia, quell’agenzia che era un pò la sua famiglia…

Vi sono vicina con il cuore! Continuate sempre ad andare avanti come lui vi ha insegnato e a far vivere il suo sogno!

Vi abbraccio,

Maria Pia”


Un saluto a Paolo

febbraio 7, 2007

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Da Fabrizio

febbraio 7, 2007

Di certo Paolo avrebbe preferito essere ricordato per aver portato
la Saatchi al successo, per aver costruito la prima agenzia a Roma, per essere stato l’ispiratore del manifesto più lungo del mondo o per essere stato a capo dell’agenzia con il record di crescita più elevato del network.
 

Per noi che  lavoravamo con lui, però, è più forte il ricordo del clima che è riuscito ad instaurare in ufficio, della sua umanità e di certi suoi inconfondibili  tratti. La sua notoria incapacità di ricordare correttamente il nome di un cliente o di un interlocutore dava adito ad una serie di infinite e divertentissime gag.Questa sua apparente vaghezza non trovava riscontro nel modo in cui entrava in relazione con le persone. Era in grado immediatamente di capire i punti di forza e di debolezza di chi aveva di fronte e sapeva sintonizzarsi con tutti in maniera diversa.Aveva un  rapporto totale con il lavoro, era riuscito a fondere in modo estremamente naturale le sue due famiglie: quella vera e quella dell’Agenzia.Annette, Andrea, Lorenzo, Francesca, non sono mai stati la moglie e i figli del capo, ma per tutti degli amici sempre aperti e ospitali. 

Paolo era un tenace professionista, con una resistenza alla fatica (e al ballo nelle feste di Natale di Agenzia) fuori dalla norma, un perfezionista, poteva scrivere e riscrivere un discorso o una lettera mille volte, era infallibile nel trovare errori di battitura nelle presentazioni.Aveva raggiunto una serie ambita di successi personali e professionali, li sapeva celebrare con gioia, ma per  un tempo brevissimo, c’era sempre una nuova sfida alla porta. Era la personificazione del motto d’agenzia: Niente è Impossibile.Sapeva raccontare storie come nessun altro, si dava alla gente, e rimaneva malissimo quando veniva tradito o deluso.Personalmente credo di non aver mai litigato tanto con una persona come con lui. Ho sempre sostenuto che più che imparare ad andare d’accordo negli anni avevamo imparato a litigare.Diceva a tutti che mi aveva assunto perché sono napoletano, lo diceva scherzando, ma io so che in fondo era la verità. C’era un che di familiare nel nostro rapporto forse perché Paolo era nato nello stesso giorno di mio padre 20 anni dopo e con lui condivideva dei tratti di un carattere che conosco bene.La prima volta  che per un lapsus lo chiamai “papà” fu molti anni fa a Spoleto. Quando lo dissi ad Annette lei mi rispose:  “Non preoccuparti a me a volte mi chiama Jean Pierre” che allora era il capo dell’agenzia.Come a molti dei 250 colleghi della S&S  e a quelli che sono passati negli anni, mi ha insegnato a lavorare e a presentare. Le presentazioni erano la sua ossessione.Non tollerava che qualcuno leggesse gli appunti mentre presentava.E quando tornerò al mio posto sentirò la sua voce che dirà: “Bravo, ma hai letto!”  

Ti vogliamo bene, Paolo,