Cara Annette, Angelo mi ha invitato a scrivere sul blog di Paolo ma io non me la sento; non riesco a mettere in pubblico i miei sentimenti; mi vergogno un po’.
Voglio, invece, scriverti queste poche righe, perché voglio metterti a parte dei sentimenti che, in questi giorni, si stanno facendo strada in me.
Gratitudine. Dopo lo shock improvviso, lo sgomento e il dolore per l’assurdità della morte di Paolo , la gratitudine è il sentimento che sta affiorando in me.
Gratitudine nei confronti dei meravigliosi collaboratori di Paolo, della Saatchi, perché, come ho già detto ad Angelino, hanno dimostrato a tutti, con il loro impegno nel cantare Summertime, con tutti gli interventi che hanno saputo fare al termine della cerimonia, che è possibile essere ottimi professionisti, senza spersonalizzarsi, senza, necessariamente, dover lasciare l’anima, quasi fosse il cappotto, sull’attaccapanni in ingresso, come lo spietato mondo in cui vivono vorrebbe.
Gratitudine per Giancarlo perché l‘evidente enorme sforzo che ha fatto per salutare Paolo in pubblico, è una testimonianza di amore così forte che la custodirò per sempre dentro di me.
Gratitudine per le tantissime persone che sono venute al funerale semplicemente per esserci, dando, nel contempo a te, ad Andrea, Lorenzo e Francesca, a Giancarlo, ad Anna Maria e a noi tutti, una stupefacente testimonianza di quanto affetto, Paolo, avesse saputo suscitare intorno a se;
certamente i tuoi figli ricaveranno, dalla memoria di quella celebrazione, la consapevolezza di aver avuto un padre straordinario e, questo, darà loro una gran forza, per tutta la loro vita.
Gratitudine per una ragazza sconosciuta, Barbara non so cosa, di Milano, con la quale, dopo la cerimonia funebre, per una strana circostanza ho condiviso un taxi e che ha mostrato un grande affetto nei vostri confronti.
Ero andato, con Luca, a prendere un taxi a Piazza Belli, per tornare a casa; pioveva, c’era una lunga fila d’attesa e, poiché i taxi arrivavano col contagocce, ho proposto a questa persona, che era davanti a me, di prenderne uno insieme visto che andavamo in due posti vicinissimo (potenza dei cellulari! Non riesci mai a farti gli affari tuoi, quando sei in pubblico, chi ti sta intorno ascolta anche se non vuole e, così, ho saputo dove doveva andare). Mentre eravamo sul taxi (galeotta un’altra telefonata), scopro che era anche lei al funerale e, quindi, si mette a raccontarmi, con infinita dolcezza, quanto Paolo avesse fatto “da padre” per lei.
Non so chi fosse, ma è stata una ulteriore dimostrazione di quanto Paolo avesse saputo dare e raccogliere affetto intorno a se: grazie … Barbara non so cosa.
Gratitudine per Anna Maria che, per l’imperscrutabilità della sorte, ho incontrato per la prima volta solo qualche settima fa a casa tua, mentre tu eri a un matrimonio in Inghilterra;
ora, raccogliendo, da Paolo, il testimone dell’unico legame che ho con la famiglia di mio padre, lei mi chiama spesso e, recependo un mio grande desiderio, si sta impegnando per farmi conoscere altri parenti di Napoli che non ho mai visto.
Gratitudine per te, Annette cara, per la tua forza. Ti ricordi il giorno prima? Mi avevi detto testuale “ come farò, ora; lui era la mia forza …” e io ti risposi che, sicuramente, avresti trovato dentro di te forze di cui nemmanco avresti sospettata l’esistenza: così è stato.
Ti voglio rivelare, a questo proposito (ho la presunzione di credere che tu non lo sapessi), cosa mi ha detto Paolo, qualche settimana fa su di te.
Era un giorno in cui tu eri uscita, lasciando il telefono cellulare a casa. Paolo, lì per lì, sembrò contrariarsi ma poi, sorprendentemente, confessò: ”in realtà, io sono preciso e, a me, non capita di dimenticarmi il telefono, ma,è anche vero che, senza di lei, non ce l’avrei mai potuta fare, nella vita”!
Gratitudine, infine, per Paolo. Prima gli ero grato per il grande affetto che ha sempre mostrato per la nostra famiglia (aveva una straordinaria ammirazione per mio padre, il quale, a sua volta, aveva un grandissimo affetto per il suo, di padre) ora gli sono ancora più grato perché la scoperta di che grande uomo fosse, mi ha reso ancora più orgoglioso di essere suo cugino.
Ciao Annette cara, a presto; sappi che ho dato ad Angelo una foto di Paolo insieme a Teresa sperando che, con i potenti mezzi della Saatchi riesca a renderla meno sfocata; è stata scattata, non so da chi, il 29 settembre del 2001 a casa mia, quando abitavo a via Gavinana. Appena sarà pronta, te la farà avere e l’ho anche autorizzato a pubblicarla sul blog.
Appena, poi,
la RAI ci darà la cassetta di Uno Mattina del 21 gennaio te la porto.
Paolo Savarese